La rivoluzione dei trasporti parte dal Lussemburgo?
La rivoluzione dei trasporti parte dal Lussemburgo? – Rivoluzione dei trasporti in Lussemburgo, dove il Governo ha appena annunciato la sperimentazione della gratuità dell’intero sistema pubblico di trasporti. La notizia, che ha fatto presto il giro del mondo, rappresenta una novità unica nel panorama internazionale: il piccolo paese europeo è infatti la prima realtà al mondo che sperimenta una soluzione simile.
Una scelta innovativa
La scelta di intraprendere questa strada innovativa deriva dalla volontà governativa di porre un freno alla preoccupante situazione del traffico e di contribuire alla lotta al cambiamento climatico. Pare, infatti, che il traffico lussemburghese sia uno dei più congestionati d’Europa e che la rete di mezzi circolanti sia abbastanza vetusta. L’esperimento andrebbe dunque nella direzione di porre un freno a una situazione ormai non più sostenibile dal punto di vista dell’inquinamento e della qualità della vita urbana.
Tutti i costi a carico dello Stato
Secondo i dati riportati dai principali quotidiani, il costo totale del mantenimento della rete pubblica, circa 500 milioni di euro l’anno, sarà quindi a totale carico dello Stato. Il provvedimento riguarderà circa il 40% delle famiglie, con un risparmio stimato di circa 100 euro in media per nucleo familiare all’anno. La misura fa parte di una strategia globale che prevede ingenti investimenti in progetti volti a migliorare l’intero sistema infrastrutturale dei trasporti: per aumentare la capacità della rete ferroviaria, sono previsti 3,2 miliardi di euro fino al 2027 (dati la Repubblica).
Ridurre l’impronta economica
“E’ un esperimento coraggioso e di grande interesse – commenta il presidente di EuroMilano, Luigi Borré – È chiaro che la riproduzione su scala più ampia di una simile iniziativa richiede preventive verifiche tecnico-economiche. Detto questo, non vi è dubbio che oggi come oggi il traffico nelle grandi conurbazioni mondiali sia molto più che congestionato. La mobilità offerta dal trasporto pubblico è senza dubbio lo strumento principale per fornire una soluzione, ma anche l’imprenditoria privata deve farsi carico di offrire soluzioni a basso impatto ambientale e alternative all’uso dell’auto privata. Lo “sharing” dei mezzi di trasporto, sia esso di auto, moto, biciclette, monopattini e quant’altro è certamente un filone di grande potenziale. Nelle grandi città le persone si stanno abituando ad usufruirne e iniziano a coglierne l’utilità non solo in una prospettiva collettiva, ma anche in una privata. Il poter variabilizzare il costo e il ridurre il fabbisogno di investimento in capo ai nuclei famigliari per il servizio di trasporto (si pensi a quanto le famiglie investano oggi in vetture e mezzi di trasporto di proprietà) sono fattori che cominciano ad essere compresi e apprezzati. Occorre proseguire a ricercare ulteriori soluzioni, pensando non solo a come ridurre l’impronta ecologica, economica e sociale dei trasporti, ma anche a come abbattere l’esigenza stessa di spostamento delle persone. L’esperienza che in questi giorni di epidemia da Coronavirus stiamo maturando, tra i tanti fattori negativi e traumatici, può essere un’importante opportunità di crescita e innovazione. Stiamo imparando che alcuni degli spostamenti che per abitudine riteniamo indispensabili, in fondo, non lo sono sempre così tanto. Stiamo imparando a conoscere strumenti e modalità di interazione remota molto efficienti ed efficaci. Si tratta di fronti strategici su cui, come spesso capita, è cruciale la collaborazione sempre più stretta fra settore pubblico e settore privato. Nelle grandi città e nel paese servono infrastrutture dedicate, come parcheggi con colonnine di ricarica per le auto elettriche, rastrelliere, piste ciclabili, ma anche una rete di telecomunicazione potente ed affidabile. D’altro canto, anche i nuovi edifici privati devono essere pensati con le colonnine di ricarica, ma anche, ad esempio, con aree di co-working con connessioni veloci e dotate di strumentazioni evolute per video-conferenze. Sono convinto che il tema dell’impatto ambientale del trasporto vada combattuto con una strategia integrata che non riguarda solo direttamente i mezzi di trasporto e che presuppone un cambio di mentalità per certi versi epocale”.
Nell’immagine un mezzo pubblico milanese, fotografato da Andrea Cherchi.