Il mercato immobiliare dopo il coronavirus: la casa è il nuovo asset di investimento
Il mercato immobiliare dopo il coronavirus: la casa è il nuovo asset di investimento – Come interpretare le richieste del mercato immobiliare nel settore residenziale e come dare risposta ai nuovi trend in tempi brevi sono stati solo due dei molti temi affrontati questa mattina durante il convegno “Il residenziale è diventato il nuovo asset d’investimento”, organizzato da Il Quotidiano Immobiliare in diretta streaming.
Progettare e costruire case, cosa è cambiato?
L’amministratore delegato di EuroMilano, Attilio Di Cunto, ha preso parte ai lavori del panel intitolato “Progettare e costruire case, cosa è cambiato?”, insieme a Luca Dondi Dall’Orologio, amministratore delegato di Nomisma, Alessandro Borghi di Borio Mangiarotti e Silvia Ricci di Ricci SpA.
Siamo di fronte a una sfida
Il cambiamento introdotto dalla pandemia è stato il punto di partenza per la riflessione collettiva. “Siamo di fronte a una sfida – ha esordito Di Cunto – Io sono ottimista perché abbiamo riscontrato dei risultati molto positivi nel corso del 2020, nonostante la pandemia. Il mercato risponde bene, ci sono gli investitori, anche internazionali, e soprattutto c’è molta liquidità. Il punto è che bisogna sapere interpretare i messaggi che provengono dal mercato con un occhio rivolto al futuro. Bisogna fare uno sforzo di immaginazione e guardare lontano. Del resto, lo sforzo di progettazione, massimamente per una società di sviluppo immobiliare come la nostra, è proprio quello di prevedere le tendenze del mercato e assumersi la responsabilità nei confronti di chi andrà ad abitare i quartieri che stiamo progettando e realizzando.
Il mercato immobiliare dopo il coronavirus
Lo stravolgimento dovuto alla pandemia è l’inconveniente che nessuno avrebbe voluto trovare sulla propria strada. “Quello che è successo farà molta selezione nel mercato immobiliare – continua Di Cunto – Oggi, per esempio, si parla molto di ESG, di obiettivi di sostenibilità, ma questa tendenza non è nata dopo la pandemia, è nata prima. Voglio dire che oggi tutti si aspettano case e quartieri di un certo tipo, ecologici, connessi, qualitativamente ben realizzati, e se il prodotto non va in quella direzione rischia di rimanere invenduto. La pandemia ha esaltato questa tendenza, l’ha resa più urgente, ma in qualche modo essa era già presente e noi abbiamo saputo interpretarla anzitempo”.