Base B sarà un luogo di incontro e di confronto
Base B sarà un luogo di incontro e di confronto – Si conclude (per il momento) la serie di puntate attraverso cui EuroMilano ha presentato la nuova sede di Base B, nel quartiere Bovisa (qui la puntata precedente). Dopo avere raccontato passo dopo passo la rinascita e la riqualificazione di questa area a vocazione artigianale attraverso le parole dei professionisti che si sono impegnati nella sua trasformazione, l’amministratore delegato di EuroMilano, Attilio Di Cunto illustra il perché di questa scelta e quali ambizioni ha questa operazione.
La Bovisa come luogo di trasformazione e di rigenerazione
“La scelta di trasferire la sede di EuroMilano nel quartiere Bovisa, all’interno di un ex opificio si collega alla storia di EuroMilano – spiega Di Cunto – EuroMilano ha vissuto nei posti in cui ha avviato attività di rigenerazione urbana. Siamo alla Bovisa nel luogo e nel momento in cui sta partendo un grande percorso di riqualificazione di tutta l’area e noi siamo già stati protagonisti di gran parte di questo sviluppo, essendo l’unico grande operatore che ha sviluppato interventi di una certa dimensione. Parlo del Politecnico di Milano, con i vari dipartimenti realizzati da EuroMilano, ma anche dell’esperienza della Triennale Bovisa. Inoltre, mi piace ricordare un progetto molto bello, che non ebbe possibilità di essere implementato perché gli strumenti urbanistici vigenti all’epoca non lo hanno consentito: il masterplan per il recupero di Bovisa realizzato da Rem Koohlaas. Penso che a breve lo riporteremo alla luce per riproporlo almeno come memoria di quello che era il pensiero di questo grande architetto sulla zona della Bovisa”.
Il futuro delle città affrontato da diversi punti di vista e discipline
La nuova sede di EuroMilano, come ampiamente anticipato, si candida a diventare un luogo aperto, nel quale le idee sul futuro di Milano si mescolano e si confrontano. “L’ambizione è che questo posto diventi luogo di contaminazione, in cui coabiteranno EuroMilano con i suoi uffici e anche dei soggetti che si occupano di comunicazione, particolarmente di rigenerazione urbana, con la possibilità di ospitare scuole e università (molte sono le collaborazioni già in atto con il Politecnico di Milano e con il Politecnico di Torino, con l’Università Statale e con l’Università Bicocca). Per noi la contaminazione è molto importante perché sui temi che riguardano lo sviluppo della città è importante sentire diversi pensieri e riferirsi a diverse discipline. L’idea è quella di favorire la circolazione nella struttura di liberi professionisti e studenti, anche grazie a uno spazio coworking per coloro i quali avranno bisogno di un appoggio a Milano. In questo modo sarà possibile scambiare idee con EuroMilano sul futuro della città. Cercheremo di coinvolgere anche le istituzioni, il Comune, il Municipio, ma anche la Triennale, con cui vorremmo riallacciare i rapporti già avviati, magari sotto forma diversa, con l’esperimento di Triennale Bovisa”.
L’inaugurazione come momento di apertura verso la città
La pandemia ha rinviato il progetto di una grande inaugurazione, che avrebbe dato il via a questo esperimento di apertura nei confronti della città. “Sarebbe stato un modo attraverso cui raccontare questo percorso, purtroppo la pandemia ci ha costretto a rimandare, ma appena possibile lo faremo. In questo edificio ci sarà uno spazio dedicato a eventi, convegni e mostre, proprio per ospitare momenti in cui si parla o si mostra quello che è il pensiero sulla città, non solo di EuroMilano, ma anche di soggetti esterni. Abbiamo previsto anche uno spazio per eventi all’aperto. Un momento particolare sarà quello dedicato al Pink Pavillion di Gaetano Pesce, che si trova nell’area prospiciente Base B e che ospitò la Triennale Bovisa. Il percorso di quell’opera, che era stata pensata per approfondire il tema della casa del futuro, si è concluso e noi vorremmo rendergli omaggio in modo adatto. Lascerà il posto a un grande intervento di riqualificazione, promosso da un fondo immobiliare, che prevede una piazza e uno studentato. In conclusione, Bovisa è un’area in forte fermento e nel prossimo quinquennio avrà una forte espansione. Non potevamo non essere qui”.