UpTown apre l’era della smart city a Milano
UpTown è il primo Smart district di Milano e d’Italia. Si trova nell’area di Cascina Merlata, all’interno della quale si lavora per la costruzione di un pezzo di città che potrà fare scuola. Il Fuori Salone – nell’ambito dell’iniziativa Inhabits – è stata l’occasione per EuroMilano di raccontare il progetto. Un’occasione per sensibilizzare sul tema della Smart city e ribadire che non basta una colonnina per ricaricare le auto elettriche o un’infrastruttura tecnologia a fare innovazione nella pianificazione urbana e nella gestione dei progetti immobiliari.
Mercoledì 18 aprile al Fuori Salone di piazza Castello EuroMilano ha riunito intorno a un tavolo personalità di diversa formazione e appartenenti a mondi diversi per parlare di Smart city e di come la teoria stia diventando pratica ad UpTown. Cristina Tajani, assessore con delega alla Smart city del Comune di Milano, Stefania Gilli, IoT Sales Manager di Vodafone, Alessandro Scandurra, dell’omonimo studio di Architettura, Matteo Bonelli, avvocato dello studio Bonelli Erede e, ovviamente, Luigi Borré, presidente di EuroMilano, hanno dato vita a un interessante dibattito sulla città del futuro.
“Il Comune di Milano investe da tempo nell’organizzazione della città – ha esordito l’assessore Tajani – Costruire una città Smart non significa solo dare risposte tecnologiche, ma costruire, come sta succedendo in UpTown e in altre parti della città, comunità e incidere definitamente nei comportamenti delle persone. L’Italia è riconosciuta per la sua attenzione alla cultura del progetto, che ha a che fare con l’organizzazione della comunità cittadina”.
I temi della sperimentazione e dell’innovazione l’hanno fatta da padroni. “UpTown è il primo Smart district italiano e nasce dalla propensione di EuroMilano a produrre nuove idee – ha dichiarato il presidente di EuroMilano, Borré – Abbiamo guardato alle esperienze internazionali e avviato un ragionamento sulla Smart city, a cui lavoriamo da due anni, intorno ai concetti di efficienza, efficacia, sostenibilità, utilità, inclusività, qualità. Nozioni che acquistano senso e concretezza se si focalizzano intorno a un concetto fondamentale: per noi le persone sono al centro. La Smart city non è un mero fatto edilizio, ma si concretizza intorno ai suoi abitanti”.
Dallo studio, si è dunque, passati alla pratica. “Come si raggiunge il risultato? – si chiede Borré – Le competenze di EuroMilano sono molte ma non sufficienti se si vuole raggiungere l’eccellenza su ogni singola dimensione: ecco allora che abbiamo lavorato alla costruzione di partnership, collaborazioni e dialogo con soggetti in grado di affiancarci, condividendo l’approccio “smart” che pone le persone al centro. Nascono così le collaborazioni con i progettisti, ai quali abbiamo chiesto di adottare le tecniche più evolute di progettazione (il BIM); Scandurra, Zanetti, Recchi, Labics e altri ancora vi sono e verranno. Ma, soprattutto, abbiamo saputo mettere in rete le migliori esperienze dell’innovazione italiana e non solo, favorendo il terreno su cui si misureranno grandi corporate come Vodafone, Bosch e A2A; grandi firme dell’arredamento dome Dada & Molteni; innovatori come Sharen’go e Clear Channel; colossi del retail come Falcon Malls e, ultimi ma non ultimi, tutti gli operatori di Cascina Merlata Partnership. Quale è lo scopo? Favorire la nascita di uno spirito di condivisione, all’interno di una comunità di smart citizens”.
Il progetto UpTown, dunque, traduce i temi della Smart city grazie a importanti partnership quali quelle con Vodafone. “Stiamo studiando da tempo un contesto per sperimentare effettivamente la nostra tecnologia e finalmente abbiamo trovato un progetto come quello di UpTown per implementarla concretamente a livello di distretto, di building e di appartamento – ha spiegato Stefania Gilli di Vodafone – Tutto ciò avrà come esito un livello di servizi innovativi compatibili con le esigenze delle persone”.
L’elemento umano, però, resta prioritario anche nella progettazione. Alcuni dei progettisti impegnati ad UpTown si sono appassionati e stanno diventando dei veri professionisti della Smart city. “La città cambia attraverso il cambiamento dei progettisti – ha commentato l’architetto Alessandro Scandurra – Dobbiamo costruire insieme una nuova cultura della città, valorizzando il DNA italiano. Progettare Smart city potrebbe essere il focus del nuovo made in Italy: la tecnologia ereditata dal mondo anglosassone deve essere gestita e ri-umanizzarsi. Il tema principale del progetto è la creazione di un sistema residenziale aperto e in continuità con la struttura urbana e paesaggistica esistente. La proposta realizza realtà urbane diverse, percorsi, piccole piazze, dove lo spazio pubblico incontra quello privato in una catena di slarghi e costruisce una forte relazione con il parco centrale e i bordi dell’intervento. Qui una sequenza di edifici isolati diventa un piccolo arcipelago urbano, cinque torri e tre edifici in linea fronte parco realizzano un sistema aperto. Il complesso non si chiude in sé stesso ma si apre al passaggio pedonale tra parco e strade incorporando e amplificando il sistema degli spazi comuni e pubblici. Il sistema degli spazi aperti, unito all’intero sviluppo delle aree verdi costruisce momenti di incontro per gli abitanti che potranno riconoscersi in una piccola comunità”.
Un approccio giuridico, in fine, è stato quello dell’avvocato Matteo Bonelli, Socio dello Studio Legale Bonelli Erede: “Si sono affacciati nel mercato investitori di lungo periodo, che dialogano con la Pubblica Amministrazione per trovare soluzioni flessibili, stringono alleanze con partner che diventano “stakeholders” dei progetti, investono su mix funzionali innovativi nell’interesse di una rigenerazione urbana e sociale. EuroMilano fa scuola come service provider di lungo periodo. Per attrarre talenti occorre imitare i modelli delle città “aperte”, cioè quelle più internazionali e indipendenti dal quadro economico (ma anche dalle criticità politiche e culturali) degli stati che le ospitano. Le città saranno un “catalyst” sempre più centrale e determinante nello sviluppo e nel progresso delle nazioni. Fattori critici di queste capacità di attrazione e innovazione saranno autonomia, certezza, efficienza e flessibilità delle regole, oltre a una visione e progettazione di un futuro sostenibile. Il federalismo fiscale e regolamentare sarà determinante per consentire la creazione di città con statuti autonomi e zone economiche speciali nel rispetto delle regole di Bruxelles, a cominciare da quelle sugli aiuti di stato. Fondamentale sarà anche una maggiore capacità di adattamento e rigenerazione, fondata anche sulla capacità di smaltire gli immobili non più adatti alle esigenze del mercato”.