Il patrimonio edilizio italiano all’esame della 13ᵅ Commissione del Senato
Il patrimonio edilizio italiano all’esame della 13ᵅ Commissione del Senato – Consumo di suolo, rigenerazione urbana a partire dai quartieri, recupero del patrimonio edilizio sono stati i principali temi toccati nelle scorse settimane da una seduta della 13ᵅ Commissione del Senato (Territorio, Ambiente, Beni ambientali) dedicata all’audizione di diverse realtà economiche e imprenditoriali.
L’audizione di Mario Breglia
Tra gli invitati anche il presidente di Scenari Immobiliari, Mario Breglia, che si è soffermato sulla consistenza del patrimonio edilizio produttivo/industriale e residenziale, oggetto di riqualificazione e rigenerazione urbana oggi in Italia. Breglia ha fornito una lettura molto esaustiva del quadro attuale, chiedendo di porre attenzione al tema della rigenerazione a partire dal recupero non di singoli edifici ma di interi quartieri italiani.
I quartieri stanno cambiando volto alle città
“Negli ultimi vent’anni lo stock di edifici residenziali nuovi nelle principali città italiane è aumentato del 7% – ha esordito Breglia – La popolazione urbana è aumentata di circa il 10% nei comuni con più di 20 mila abitanti. Ciò ha portato a un addensamento della popolazione urbana e a una maggiore richiesta di funzioni e attività terziarie e produttive. Per effetto di questo aumento c’è stato un vero e proprio rimescolamento dei quartieri nei contesti più grandi. Il centro storico non esiste più dal punto di vista dei valori immobiliari, nel senso che, attraverso fenomeni spesso spontanei di trasformazione, i quartieri più esterni si sono evoluti in nuove centralità, con un vigoroso aumento dei prezzi delle case”.
Occorre rigenerare e non solo riqualificare
Questo fenomeno di trasformazione del mercato immobiliare è stato influenzato anche dalla crisi pandemica, che ha portato a un rallentamento della crescita delle città. “Oggi – continua Breglia – il consumo di territorio è quasi paro a zero. Come dimostrano i disegni di legge che si stanno discutendo si deve porre attenzione all’interno delle città, al recupero di aree e singoli edifici all’interno delle cerchie urbane. Le principali aree industriali dismesse dei grandi centri urbani sono già in fase di rigenerazione in tutte le principali città italiane. Restano singoli edifici o fabbriche, ma in questo caso parlerei più di riqualificazione che di rigenerazione. Tuttavia, anche questo non è un tema secondario per la qualità della vita nei quartieri che ospitano questi edifici in disuso”.
Troppi gli immobili in disuso
Per quello che riguarda il settore residenziale la stima degli immobili sottoutilizzati o abbandonati tocca numeri molto importanti. “Complessivamente nei capoluoghi italiani ci sono circa 70 mila edifici residenziali vuoti o poco utilizzati. Di questi ben 25 mila si trovano nelle aree metropolitane e non si tratta di singoli edifici, ma di quartieri. Ecco allora che si comprende la necessità di concentrarsi su operazioni di rigenerazione urbana che coinvolgano interamente i quartieri, non limitandosi alla riqualificazione dei singoli immobili. Abbiamo censito almeno 15 quartieri in aree metropolitane che soffrono di un forte degrado edilizio e sociale. Su queste aree dovrebbe essere condotto un ragionamento vasto di rigenerazione”.