Non c’è casa senza un quartiere di qualità
Non c’è casa senza un quartiere di qualità – La diversificazione della domanda abitativa e le inedite esigenze collegate ai nuovi stili di vita sono stati al centro dell’interesse della Prima Giornata Nazionale della Casa, organizzata oggi a Milano da Scenari Immobiliari in collaborazione con Casa.it
Che la pandemia abbia profondamente influito sulle tendenze del mercato immobiliare è fuor di dubbio; saper interpretare le conseguenze di queste evoluzioni nel medio e lungo periodo è diventata un’esigenza sempre più pressante non solo per gli operatori e gli investitori, ma anche per le famiglie, che ancora oggi nella casa vedono una delle principali opzioni di investimento.
La crisi ha reso tutto più incerto
In una situazione di incertezza non è facile individuare trend duraturi, ma alcuni segnali emergono con maggiore evidenza. Tra questi emerge con chiarezza che le famiglie in cerca di nuova abitazione pongono sempre maggiore attenzione alla qualità del contesto urbano e cercano case con spazi all’aperto di una certa importanza. I servizi di quartiere e i servizi dedicati al building sono diventati un aspetto decisivo.
La tutela del paesaggio è il nuovo made in Italy
Da qui il titolo del primo panel pomeridiano del convegno, dedicato a “Casa e quartiere”, a cui ha partecipato anche l’amministratore delegato di EuroMilano, Attilio Di Cunto: “A noi piace pensarci come gli architetti della rigenerazione – ha esordito Di Cunto – Il nostro lavoro è progettare quartieri. E’ un lavoro difficile, perché spesso l’iter dura anni, ma non bisogna dare tutta la colpa alla burocrazia. L’Italia ha la cultura e le competenze che la rendono unica nella tutela del paesaggio. La normativa è frutto di questa cultura e a mio modo di vedere è il nuovo made in Italy. Nel progettare un quartiere è importante mettere la persona al centro, lavorando sulla comunità. Il capitale umano, l’architettura e il paesaggio concorrono insieme a formare la nostra idea di sostenibilità a 360°, non solo ambientale”.
Se la bellezza architettonica ha una sua indubbia valenza, quartieri e città devono pensare prima di tutto alle persone che le abitano. “Per evitare che i quartieri siano immensi dormitori, bisogna fare in modo che al loro interno siano previsti servizi e infrastrutture, non solo viabilistiche, e le reti di connessione. Non solo, occorre che i quartieri siano una mixitè di persone di diversa estrazione, con un’offerta abitativa che possa adattarsi a ciascuna tipologia di richiesta. Insomma, oggi non si può costruire casa senza organizzare l’ambiente circostante con servizi di qualità”.