Milano e mercato immobiliare nel post Covid
Milano e mercato immobiliare nel post Covid – Può il real estate fare da traino, ancora una volta, a Milano e Milano all’economia italiana? Continueranno gli investitori a puntare sul capoluogo lombardo? Cambieranno le strategie di investimento, in particolare degli investitori immobiliari nazionali ed internazionali?
Una tavola rotonda organizzata da Aspesi
A queste tre domande hanno cercato di dare risposta Andrea Ruckstuhl di Lendlease, Nicolas Rodriguez di Nexity e Attilio Di Cunto di EuroMilano, riuniti ieri intorno a un tavolo virtuale da Aspesi, l’associazione degli sviluppatori immobiliari.
Milano, la pandemia e la città policentrica
“Milano è una grande città, che fa parte di una rete di città internazionali – ha esordito Di Cunto – Anche se i suoi cittadini dovranno cambiare abitudini e stili di vita a causa della pandemia, non ha perso il suo appeal per i potenziali investitori. Del resto, l’Onu prevede che entro il 2050 circa il 70% della popolazione mondiale vivrà in contesti urbani e non credo che questo fenomeno sarà reso meno imponente dalla pandemia. Ci sarà selezione ed emergerà con forza il tema della qualità del prodotto immobiliare; questo però non dovrà prescindere dal tema dell’attenzione al capitale umano, all’architettura e al paesaggio. In questo vedo una sfida importante per gli enti pubblici, perché in tema di rigenerazione urbana ci vuole molta sinergia fra pubblico e privato. Io immagino una città policentrica, in cui il valore delle abitazioni si manterrà a buon livello grazie soprattutto a una buona offerta di servizi dedicati alle famiglie, quindi relativi a istruzione, sport e tempo libero, ma anche dedicati al lavoro. Immagino abitazioni caratterizzate da ampi balconi e con spazi condominiali a uso individuale, immagino quartieri con spazi verdi, efficienti servizi di trasporto e mobilità sostenibile. In tutto questo io immagino che Milano possa avere ancora molta capacità di attrarre investimenti”.
Qui il link al webinar completo.